La vita nel monastero

La nostra vita oggi nella storia e nel mondo

La vicenda evangelica di Francesco e Chiara a distanza di 800 anni  continua nell’oggi della storia attraverso la presenza  di numerose fraternità di clarisse che nei secoli hanno scelto di vivere la stessa esperienza di Chiara incarnando quel modo particolare con cui Francesco vedeva la sua pianticella ad imitazione di Maria poverella: Figlia del Padre, Madre del Signore Nostro Gesù Cristo e Sposa dello Spirito Santo. Ogni Sorella Povera adombrata da questa spiritualità mariana con l’offerta quotidiana della propria vita in clausura, nella preghiera e nel lavoro umile, nella solitudine e nel silenzio è chiamata ogni giorno a raccontare al mondo l’amore di Cristo che ha dato se stesso per noi e unita al Suo sacrificio eucaristico diviene pane spezzato per tutta l’umanità affamata e assetata di  Lui.

Sì perchè una monaca è una creatura chiamata ad abitare con Dio, a vivere tutta la sua vita in questa amicizia, in questa prossimità, in questa conoscenza di Dio profonda, viva, intima, in una comunione sponsale.

Ogni giorno, quando è ancora buio, mentre tanti sono ancora immersi nel sonno profondo, altri sono ai loro turni di lavoro, altri attendono l’alba dopo una notte di dolore nei reparti ospedalieri, altri continuano a girovagare per le strade tirando a fare giorno, la monaca si alza e silenziosamente avviandosi in coro, intona con le Sorelle i salmi di lode al Signore affidando l’intera umanità e l’inizio di una nuova giornata alla Sua bontà e alla Sua misericordia.

Portando nel cuore le voci di tutti gli uomini le depone sulla mensa eucaristica dove unita all’unica offerta di Cristo rinnova il dono della sua vita. La preghiera dell’ora terza è invocazione del dono dello Spirito Santo nei cuori di tutti, quando già nel mondo ognuno è in corsa per raggiungere il posto di lavoro, le aule scolastiche.

Poi ogni Sorella si avvia al suo lavoro, chi nelle mansioni ordinarie della casa, preparando i pasti per il pranzo, sistemando il bucato, lavorando nell’orto, chi ancora dedicandosi  a quei piccoli lavori di artigianato che prendono forma dalla creatività particolare di ogni singola Sorella. In questo “dono della grazia di lavorare”, la monaca sa che è chiamata a partecipare all’opera creativa e redentrice di Dio e nello stesso tempo custodendo nel suo cuore quello “spirito di orazione” con il quale vive ogni attività, si unisce e accompagna il lavoro dei fratelli e delle sorelle nel mondo.

L’ora sesta, celebrata a mezzogiorno non è la salutare sosta a metà giornata, ma respiro di quel dialogo amoroso con il Signore che in quest’ora salito al Golgota, stendeva le braccia per noi sulla Croce. Ora liturgica tanto cara alla Madre S. Chiara, perché ora dell’Amore di Cristo che dona tutto se stesso. La preghiera dell’ora sesta allora ci fa raccogliere e radunare davanti al Signore tutti i volti affaticati degli uomini, le loro lotte, le ingiustizie, i fallimenti, gli abusi, perché il suo sacrificio d’amore possa risanare e risollevare quanti sono affaticati e oppressi.

Il pranzo al refettorio poi è sempre andare alla mensa della Provvidenza con il cuore grato al Padre buono che ha cura delle sue creature, condividendo quello che si ha con chi bussa alla porta del Monastero.

L’ora nona, la preghiera liturgica celebrata alle 15,00, e la ripresa  dell’attività lavorativa scandiscono le ore del pomeriggio e preparano alla preghiera dei Vespri ed all’Adorazione Eucaristica quotidiana.

La cena poi è seguita dall’incontro della ricreazione, tempo di vita fraterna dove tutte insieme condividono i momenti della giornata, le notizie del mondo, le intenzioni di preghiera che ci sono state affidate.

La Compieta, ora liturgica celebrata “al termine del giorno” , è la consegna nelle mani di Dio di tutta la nostra esistenza, di quanto abbiamo vissuto momento per momento, perché Lui vegli sul nostro riposo e su tutta l’umanità con amore di Padre.

La Celebrazione Eucaristica, la Liturgia delle Ore, la lettura orante della Parola di Dio, l’Adorazione Eucaristica, la meditazione e la preghiera personale, vissute quotidianamente sono quel servizio di amore a Dio e agli uomini al quale la monaca ha donato tutta la sua esistenza per vocazione perché chiamata ad una vita tutta tesa  alla continua ricerca  di Dio, nella continua comunione con  Lui a vantaggio dell’umanità intera. E’ vita contemplativa, vita che impara a guardare il mondo con gli occhi di Dio, è partecipazione a come Dio guarda il mondo attraversando le cose della vita, gli eventi della storia con il Suo sguardo che tutto trasfigura,anche il  male.

Guarda ogni giorno questo specchio – il volto di Gesù Cristo – e in esso scruta il tuo volto.” E’ il metodo  quotidiano di Chiara, questo cercare di afferrare, penetrare, possedere l’intima sequela del  cuore del Signore, cuore povero, umile e amante, è un porre attenzione a come Gesù ha vissuto tra gli uomini, i gesti che ha fatto, le parole che ha detto. E’ un habitus di preghiera, di confidenza con l’intimo di Gesù, è ascoltare il Vangelo e provare a viverlo con il cuore del Signore. La Lectio di Cristo  è il nostro metodo di preghiera francescano, è lo stare del Signore nella vita in tutte le sue sfaccettature, è entrare con la “tessera” della nostra vita nel mosaico del disegno buono del Padre. Contemplare è un po’ trovare il senso delle cose, non la spiegazione o il perché, ma il senso cioè la direzione del loro compimento e la direzione è Cristo. Vita orante, vita che si dona, vita che al tocco della campana corre al turno  di veglia, sentinella che per amore della città, di tutta l’umanità veglia e prega.

Sentinella quanto resta della notte?

In questa notte dell’umanità,
in questa notte che alberga nel cuore dell’uomo,
io salgo, salgo in alto e guardo …
guardo nel buio e contemplo le stelle che mi annunciano
che un bel giorno ci attende.

Il ritmo ordinato della vita claustrale
ci fa già gustare la vita nuova per ogni uomo, l’armonia che manca in questa società
dove notte e giorno non sono più ordinate, dove il giorno è diventato buio.

Nella povertà delle giornate monastiche  tutto viene riportato alla sua bellezza originaria
dove il tempo è guidato dalla liturgia, dando voce al dialogo amoroso con lo Sposo;
“ O Dio Tu sei il mio Dio all’aurora ti cerco …”
Ed è mattino, è luce che chiediamo per ogni uomo…

Il Verbo si fa carne nell’Eucaristia che celebriamo dove tutto viene ricapitolato in Lui.
La vita diviene offerta quotidiana nell’unica offerta.
I passi veloci e leggeri della claustrale raggiungono il posto di lavoro
“ chi ha la grazia di lavorare, lavori”(S. Chiara)
a beneficio di tutti e partecipando delle condizioni dell’umanità.

Il suono della campana ci richiama all’unico essenziale…

Lasciamo e prendiamo quella Parola  raccogliendone ogni frammento per ogni creatura.
Un corpo donato che diventa corpo condiviso con l’altra
dandole vita con un sorriso, una carezza, un abbraccio…
“ non c’è amore più grande di chi da la vita per gli amici.”

E’ vita claustrale, vita monastica, vita fraterna.

Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso
la tua parola onnipotente dal cielo,
dal tuo trono regale, si lanciò in mezzo a quella terra…
toccava il cielo e camminava sulla terra.

E la notte è passata