Suor Chiara d’Amato

La Serva di Dio Sr Chiara di Gesù, “la grande mistica del mezzogiorno”, al secolo Isabella D’Amato, nacque a Seclì il 14 marzo 1618 dal barone Francesco D’Amato e dalla nobildonna Caterina D’Acugno. Appena nata fu offerta dalla madre alla Regina degli Angeli nella cappella domestica. La piccola Isabella crebbe in spiritualità e cultura circondata dall’affetto e dalle cure dei familiari. A quattordici anni si ammalò gravemente di una malattia rara e sconosciuta rischiando la morte e nei momenti di lucidità si rivolgeva al padre dicendogli che se fosse morta, lasciava il suo corpo ai medici perché studiassero le cause di quella malattia per evitare ad altri le stesse sofferenze e la morte! Altro evento significativo dell’adolescenza di Isabella fu l’apparizione della Vergine, vestita di bianco e circondata di angeli, nella cappella domestica. Da allora le visioni non cessarono più. Decisivi per la sua formazione religiosa furono i contatti con i frati Minori Osservanti del convento di S. Antonio di Seclì e a soli 18 anni e senza alcuna costrizione, come all’epoca accadeva, entrò nel monastero delle Clarisse di Nardò insieme alla sorella minore Giovanna. Tutta la sua vita fu una corsa incontro al suo unico e sommo Bene: Gesù. Ecco perché quando si trattò di prendere il nome da religiosa scelse Suor Chiara di Gesù rinunciando anche al cognome. La sua vita all’interno della comunità monastica, fatta di preghiera continua, penitenze, digiuni e servizio alle consorelle, non fu spesso capita da tutte, anzi spesso dovette sopportare il dileggio da parte di quelle consorelle che più serviva! Ebbe l’oneroso incarico di Maestra delle novizie e animatrice della riforma della vita del monastero che aveva perso lo splendore della primitiva regola di S. Chiara.  Toccata e arricchita da numerosi doni celesti, meritano particolare menzione i fenomeni mistici e senza dubbio l’estasi durante la quale si estraniava dal mondo circostante per venire assorbita completamente dalle realtà eterne. In una di queste estasi avvenne lo scambio dei cuori tra lei e Gesù come riferito nella testimonianza processuale dal suo confessore: “Nella Domenica in Albis, apparendole Nostro Signore, li presentò due cuori: uno di carne tinto di sangue, l’altro d’una materia trasparente e lucida come cristallo, con queste lettere in oro: JESUS NAZARENUS REX IUDAEORUM. Le disse che quello era Cuore suo e che lo donava a lei, e quello di carne era d’essa Chiara. A lei, dopo questa visione, l’era rimasta una dolcezza ineffabile, nell’anima e divenuta più soave nel parlare.”

Suor Chiara non fu soltanto la santa dei voli mistici e delle estasi, ma una donna concreta immersa nel suo   tempo, messaggera di pace, consigliera di personaggi importanti come di persone semplici che ricorrevano a  lei attratti dalla sua fama di santità  e dal suo intuito profetico. Sempre più conformata nell’amore a Gesù Crocifisso, Suor Chiara lo raggiunse finalmente nelle nozze eterne il   6 luglio 1693. 

S. Chiara D’Assisi, Suor Chiara D’Amato e tutti i santi sono quelle stelle luminose che nel cammino della vita ci ricordano che la santità è una via accessibile a tutti quando la libertà e il desiderio si lasciano forgiare dalla Grazia dello Spirito Santo, poiché “Lo Spirito non forgia la forza della libertà. Egli la modella a seconda se essa desidera la santificazione“. (Massimo il Confessore)